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Chiesetta di San Michele

Pubblicato in Feltre e dintorni

Sono le caratteristiche costruzioni posizionate su di una nicchia (Covolo di San Michele, m.550) della parete rocciosa alle spalle del paese, un piccolo oratorio dedicato a San Michele, la statua della Madonna in un grande e suggestivo ripiano esposto sul vuoto e la casa del custode o 'guardiano del fuoco', detta 'castello' per via delle merlature e della campanella riparata dal grande 'covolo' (grotta aperta).
Non è noto quanto antichi siano i due edifici.
La casetta è stata restaurata nel secondo dopoguerra con largo uso di cemento.
La piccola chiesetta con la bellissima tela, di pittore ignoto, raffigurante San Michele e l'Occhio Divino affrescato sul soffitto è molto danneggiata dall'umidità e da vecchi restauri, ed è tuttora in restauro.
La statua della Madonna con la grande scritta è degli anni cinquanta.

Probabilmente nei pressi doveva sorgere l'antichissimo castello dei Fonzasia (forse quello visibile in basso sul grande affresco esterno della chiesa parrocchiale?) abbattuto per ordine del Senato Veneto nel 1521 in quanto non più funzionale e di costoso mantenimento.

Il guardiano del fuoco era una figura caratteristica che aveva il compito di vigilare sul sottostante paese e dare l'allarme in caso d'incendio.
Il custode veniva mantenuto a spese dei paesani con una tassa annuale e la corresponsione della 'minela' (un quantitativo di farina di granoturco).

Moltissimi furono gli incendi nel corso della lunga storia di Fonzaso, che risale ai tempi romani quando Feltre era un importante 'municipium'.
Il paese era quasi interamente costruito in legno, come tutti i paesi del feltrino e della Valsugana, e nei magazzini e nei dintorni vi era moltissimo materiale infiammabile, soprattutto legname e fieno, in quanto l'attività principale, ricchezza dei paesani, trattava di questi materiali proprio per il fatto che il paese si trova in corrispondenza di importanti snodi viari tra il Primiero, il lamonese, il sovramontino, il feltrino e la Valsugana. Vi passava, infatti, la strada romana 'Paolina' variante 'commerciale' della militare 'Claudia Augusta Altinate'. Per moltissimo tempo la zona era persino denominata 'la fenadora' per il fatto che veniva raccolto il fieno, portato giù dalle montagne con le apposite slitte.

 

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